Gita a Prima Porta

Paolo Caressa (1989)




Siamo stati tutti quanti
l'altro giorno al cimitero.
Eravam non certo tanti,
ma di animo sincero:

eravam così giulivi,
così allegri, così gaii...
ma una volta giunti ivi
l'allegrezza mi scordai.

Rimirai gli amici miei,
ripensai ai lor complessi,
quali effetti non saprei
lor causarono i cipressi.

Eravamo solo in sei,
ma per dodici depressi!
Contavamo i nostri nei:
Sembravamo tanti fessi

Poi varcammo, quatti quatti
il portal del cimitero.
Fummo sùbito distratti
da un becchin d'umore nero.

Egli aveva l'occhi strani,
primitivi ed incassati...
e che dir delle sue mani?
eran dure come aratri!

Lui ci disse: "Che volete"
"saper voi dai deceduti?
Conto voi non vi rendente
che non parlan: sono muti!"

E poi rise divertito
delle nostre facce stanche
dopo essersi partito
sculettando sulle anche

Rimanemmo un po' allibiti
proseguimmo poi il cammino,
pur rimasti ammutoliti
dall'incontro col becchino.

Quindi fummo fra le tombe
di sapienti e pur d'inetti
ove scure son le ombre
e s'aggirano gli spettri...

E le lapidi osservando
tutti quanti noi notammo
che le genti, allorquando
sono morte, più non hanno

quel decoro, quel contegno
che s'addice alle persone
ch'hanno ancora il lor ritegno.
Perché ai morti, del blasone,

gliene frega poco o niente:
se son ricchi o poveracci,
se stimati dalla gente,
se col frac o con gli stracci

son composti nella tomba,
se son morti di vecchiaia
o nel chioppo d'una bomba,
se in guerra o sotto naja,

veramente non gl'importa,
tanto alfine qui si trovan:
stanno tutti a Prima porta.
Nelle casse presto arrivan

(son di legno naturale);
fra i parenti ammutoliti
si sviluppa il funerale;
e poi vengon tumulati.

"Ah, che pace" mi dicevo
"seppellito fra i cipressi!
Fare soldi più non devo...
Se soltanto lo potessi!"

Quando dissi i miei pensieri
agli amici lì riuniti,
lor si fecer tutti seri,
per non dire rattristiti.

"Sì, la vita: che c'ha dato?
Solo lazzi, solo torti..."
disse il meno rattristato,
che poi disse: "Viva i morti!"

E così qui ci troviamo:
alloggiati in una tomba.
V'assicuro, bene stiamo
(sol la voce un po' rimbomba);

già, perché la nostra gita
fuori porta al cimitero
c'ha portato via la vita.
Ma contenti siam, davvero.

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