| 354 | Nasce a Tagaste (Numidia) il 13 novembre, figlio di Patrizio, un piccolo proprietario terriero, e di Monica, cristiana. |
| 361-367 | Si trasferisce a Madaura per le sue scuole secondarie, finché non deve smettere per motivi economici. |
| 369-373 | Con l'aiuto di un amico della famiglia, Romaniano, riprende i suoi studi a Cartagine, nell'importante scuola di retorica. Al termine di questi studi, sempre per motivi economici, deve rinunciare a continuare i suoi studi filosofici ad Alessandria, e torna a Tagaste per insegnare grammatica e retorica. È profondamente influenzato dalla lettura dell'Hortensius di Cicerone (ora perduto). |
| 371 | Prende una concubina dalla quale ha un figlio, Adeodato. In questo periodo aderisce al manicheismo. |
| 374-383 | Insegna a Cartagine con enorme successo, finché non decide di recarsi a Roma, seguito da alcuni amici, dalla madre e da Adeodato. In questo periodo subisce l'influenza del pensiero classico, attraverso la lettura di Platone e Plotino. |
| 385-386 | In seguito ad una profonda crisi interiore e riflessione mistica, decide di aderire al cristianesimo: si dimette dall'insegnamento e si ritira a Cassiciaco (Italia settentrionale). |
| 387 | Viene battezzato a Milano, dal vescovo Ambrogio. Decide di tornare in Africa (prima Cartagine, poi Tagaste): lungo il viaggio, ad Ostia, la madre muore. |
| 388 | Venduti i suoi beni, si ritira in un cenobio. |
| 391 | Ad Ippona, dove fonda un monastero, i fedeli ne acclamano la nomina a sacerdote. |
| 395-396 | È nominato vescovo coadiutore e poi, alla morte del vescovo Valerio, vescovo di Ippona, carica che terrà fino alla morte. |
| 430 | Dopo aver conquistato la fama di guida spirituale in tutto il mondo cristiano (spesso per le sue polemiche contro il paganesimo, il pelagianesimo, etc.), muore ad Ippona, mentre i Vandali assediano la città. |